Davide Quayola, Il romantico digitale

Davide Quayola, classe 1982, è uno dei nomi più celebri dell’arte digitale italiana, di origine romana ma fuggito a Londra,è conosciuto soprattutto per le sue opere dal carattere sublime e romantico che comprendono sia video-installazioni, sculture, stampe e live performance che hanno fatto il giro di tutto il mondo.

quayola, Strata
Strata , l’indagine delle opere del grande Pieter Paul Rubens

Nei suoi lavori si interroga sul rapporto sinestetico tra naturale e tecnologico, dal video alla grafica,dalla performance all’installazione,ponendo attenzione al processo di costruzione delle immagini e alla combinazione col suono, non solo utilizzando la tecnologia come mezzo attraverso il quale creare qualcosa di nuovo ma partendo dalle possibilità delle stessa per ottenere nuovi processi di sintesi visiva.

Quayola si ispira ai grandi maestri,come Michelangelo e le sue “Prigioni” del 1513, modernizzando il processo della tecnica scultorea del non finito attraverso un processo algoritmico e con la “collaborazione” del braccio meccanico di Kuka nell’appunto monumentale progetto “Captives” del 2014 .

quayola, captives kuka
Davide Quayola, Captives #B04, 2014 with KuKa

Per la realizzazione,invece, dei suoi “dipinti digitali” crea scansioni 3d ed immagini che successivamente vengono manipolate attraverso l’ulitizzo di costum-software, interessandosi al rapporto e soprattutto al contrasto che si crea tra il nostro modo di osservare la natura e ciò che invece “osserva” e ci restituisce l’occhio della macchina. Indaga dunque su quelle che sono le forme del paesaggio, della natura attraverso un processo di sintesi tecnologica,è proprio nel suo modus operandi che troviamo la poetica di Quayola.Ciò che ricrea è una dimensione immersiva in cui l’osservatore si confronta con lo spazio, con il tempo e la dimensione dell’opera,lui stesso in un intervista di Artribune afferma “I miei video sono per me degli oggetti di contemplazione, per questo spesso li descrivo come dei dipinti e non come dei video”.

Con il progetto, “Jardin D’Etè”ispirato a Monet,la cui anteprima è stata presentata durante il Salone del Mobile a Milano, Quayola punta a ricostruire il concetto di paesaggio attraverso un processo visionario applicando alle immagini naturali diversi filtri digitali che ne deformano contorni e colori, smaterializzando le forme con una folata di “vento” e restituendole ai nostri occhi con un atto “magico”.

La sua importante opera “Pleasant Places”parte dalla cattura dei paesaggi provenzali ed un omaggio alle ultima fase della vita di Van Gogh ed il suo rapporto intimo con il paesaggio e alla pittura fiamminga; è stata presentata durante Art City Bologna presso CUBO (gennaio,aprile 2017).
La sensazione che si prova davanti ai suoi monumentali schermi è paragonabile a quella del “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar Friedrich, l’estasi per la meraviglia ed il terrore per quella stessa potenza della natura che verrà dalla critica osannata come “sublime tecnologico”.

quayola, pleasant places
Davide Quayola, Pleasant Places

 

Testo di Valeria Crisafulli