Luca Pozzi, Salti nel vuoto e Realtà Aumentata

Luca Pozzi, giovane artista e mediatore culturale milanese,classe 1983,si approccia alla pratica artistica attraverso l’analisi delle leggi della fisica e le teorie quantistiche, laureatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera e specializzato in modellazione 3D e sistemi informatici, da anni si confronta con studiosi del panorama scientifico e collabora con le più influenti università ed istituzioni a livello mondiale.

Una della opere alla quale è più affezionato e che incarna a pieno la sua concezione di tempo,ispirato dalla teoria delle Stringhe,all’interno del processo artistico è la serie fotografica “Supersymmetric Partner” del 2007-2009 che comprende nove scatti di se stesso nell’azione del “salto” di fronte alle tele di celebri artisti come Veronese e Luger.

Luca Pozzi , Supersymmetric Partner (2007-2009), LOuvre
Luca Pozzi , Supersymmetric Partner (2007-2009), Louvre

Il suo atto ripristina il contatto tra antico e moderno, nella sua ricerca di riempimento di uno spazio della tela e il contrasto con la bidimensionalità dei dipinti rinascimentali ed il suo corpo come se stesse andando ad aumentare in qualche modo la percezione di tali opere, del passato e del presente. Da queste considerazioni nasce un altro progetto “The Big Jump Theory” che porta Pozzi a staccarsi dallo sfondo della tela per saltare nel vuoto universale della scacchiera di Photoshop.

The Big Jump Theory, Luca Pozzi
The Big Jump Theory, Luca Pozzi

Recentissima, invece, la sua installazione a Palazzo Magnani, Pozzi rielabora la fruizione degli affreschi sulla fondazione di Roma di Agostino e Annibale Carracci, attraverso la sua applicazione di realtà aumentata “The Grandfather Platform”, cambiando la prospettiva di visione di tali opere in termini della concezione sia spaziale sia del tempo. E’ proprio la questione
temporale ad essere così incisiva nei lavori di Luca Pozzi che prende ispirazioni da un paradosso di fisica teorica Grandfather Paradox: ” Se lo spazio-tempo è una ragnatela, allora la mia interazione con la rete qui e ora farà vibrare quello che è successo più di duemila anni fa” afferma difatti nel comunicato stampa della mostra.”;mettendo a confronto
antichità e approccio scientifico con l’installazione di una riproduzione digitale di un buco nero sul pavimento nel quale si
cammina a piedi nudi nell’universo.

La mostra è visitabile presso Palazzo Magnani, Bologna fino al 30 marzo 2018.

Testo di Valeria Crisafulli