Marco Donnarumma, artista e ricercatore napoletano classe 1984, vive e lavora a Berlino ed ha performato e tenuto conferenze in più di 50 paesi dall’Europa, Asia,Australia, Nord e Sud America.La sua ricerca si estende ed interseca più campi di ricerca dall’arte interattiva, alla performance art alla sound art con una particolare attenzione al corpo e le sue caratteristiche biologiche e psicofisiche e alla sua relazione con le macchine.

Donnarumma in prima persona esplora i limiti del corpo umano e le sue potenzialità generative, già nel 2012 infatti nell’opera Hypo Chrysos ricercava le possibilità di interazione e tra non solo il gesto ma anche lo sforzo e la fatica fisica, estendendola nel suo corrispettivo sonoro e visivo attraverso una display interattivo.
I suoi lavori sono il risultato di anni di sperimentazione di Donnarumma che nella sua ricerca trova nuove alternative
espressive per la composizione sonora aumentando il suo stesso corpo.Attraverso l’utilizzo di sensori e strumentazioni
tecnologiche per l’analisi di dati fisici e biologici e la loro conversione acustica, si addentra nel rapporto tra suono,corpo e movimento,in particolare nei recenti lavori “Corpus Nil” e in “Music for Flesh” dove i suoni sono generati il real time dal
moto dell’artista.
In uno degli ultimi lavori del 2017, Donnarumma si spinge ad esplorare il territorio dell’AI: Amygdala” An artificially
Intelligent prothesis” è un robot con integrata un’intelligenza artificiale (adptive neural networks) dalla forma che simula
un braccio umano ricoperto di pelle sintetica e capelli dell’artista; questa AI è messa nelle condizioni di imparare un antico gesto rituale purificatorio di antiche tribù : l’incisione della pelle a formare pattern specifici.
Amygdala mima i gesti del corpo umano e animale tagliando la sua stessa pelle ed di volta in volta riprogrammandosi a seconda dell’interazione gestuale di un umano, ricalibrando i suoi movimenti.
Amygdala, Marco Donnarumma, 2017https://youtu.be/C4elOHeRBLY
Artista e macchina si fondono così in una sinuosa quanto estraniante danza,indagando un campo di esplorazione gestuale e primitivo ibrido, caratteristico della corrente post-human.
Testo di Valeria Crisafulli